Capricci con rovine architettoniche e figure

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Alessandro Magnasco detto " il Lissandrino" (Genova, 4 febbraio 1667 -12 marzo 1749) "Capricci con rovine architettoniche e figure"   Olio su tela Epoca inizi del '700 Cornici coeve in noce con stemmi Medicei. Misure tele 38 x 27...
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Alessandro Magnasco detto
" il Lissandrino"
(Genova, 4 febbraio 1667 -12 marzo 1749)
"Capricci con rovine architettoniche e figure"
 
Olio su tela
Epoca inizi del '700
Cornici coeve in noce con stemmi Medicei.
Misure tele 38 x 27 cornici 48 x 37
Ottime condizioni
 
Tutti i particolari fotografici su link:
https://www.antichitaischia.it/it/prodotto/alessandro-magnasco-detto---il-lissandrino-
 
Una straordinaria raccolta di 10 capricci raffiguranti rovine architettoniche animate da una infinita e variegata schiera di personaggi.
 
Le dieci tele,  pur presentando un unico filo conduttore con una continuità descrittiva praticamente similare, si differenziano totalmente sia per la composizione delle architetture in rovina, che per l' incredibile varietà delle figure che movimentano le scene.
 
L'Autore in questa serie di dipinti può dare dimostrazione del suo impareggiabile genio creativo, sorretto da una capacità pittorica di primissimo livello.
 
Le vedute presentano una ricchezza scenografica che lascia sbalordito lo spettatore e lo portano alla ricerca di continui nuovi particolari da individuare e decifrare nelle innumerevoli scenette animate da personaggi tipici del repertorio del Grande Maestro Genovese.
 
Spiccano, tra le diverse situazioni, le sagome di pittori intenti a dipingere davanti al cavalletto, ma anche gli immancabili soldati, giocatori seduti ai tavolini, suonatori e saltimbanchi.
 
L' universo artistico, assolutamente visionario e surreale di Alessandro Magnasco, è qui rappresentato in maniera eccellente.
 
Il fascino di questa rarissima collezione, già di per se di notevole attrazione, è aumentato dallo stato di conservazione delle opere, che si presentano in prima tela, ancora fissate sui telai fissi originali, senza il minimo ritocco alle pitture rimaste intatte e complete delle cornici coeve.
 
A questo va aggiunta una nota molto interessante e particolare : sul retro delle cornici sono marchiati a fuoco gli stemmi Medicei, che certificano la datazione delle opere nei primi 10 anni del '700, periodo trascorso dal Magnasco presso la Corte dei Medici, sotto l'ala
protettrice del Gran Principe Ferdinando.
 
E' molto suggestiva l' ipotesi che le 10 tele possano essere i 10 bozzetti preparatori, eseguiti con grande efficacia, per la realizzazione di opere di grandi dimensioni commissionate proprio da Ferdinando de' Medici.
 
In ogni caso preferiamo mantenere unito l'insieme della collezione, evitando di disperdere i dipinti separati, per salvaguardare la completezza artistica e la storicità della raccolta, da considerare come un'opera unica.
 
Biografia dell'Autore
 
Alessandro Magnasco nasce a Genova il 4 febbraio 1667, figlio di Stefano Magnasco e di Livia Caterina Musso.
 In seguito alla morte del padre, anche lui pittore e allievo di Valerio Castello, il giovanissimo Alessandro nel 1682 si trasferisce a Milano,nella bottega di Filippo Abbiati.
 Qui è influenzato soprattutto dalla coeva pittura veneziana e dallo stile Barocco del suo
maestro.
 I suoi dipinti, fatti di materia pastosa e sfaldata, sprigionano violenti contrasti sia cromatici che luministici ed avranno una forte influenza anche nella pittura dei suoi contemporanei, in particolare il veneziano Marco Ricci.
Considerato uno degli artisti più originali del Settecento italiano, si distingue nella pittura di genere popolaresco. La pennellata, sempre carica di effetti chiaroscurali e squarci di luce nel buio, tende a raffigurare ambienti cupi con figure allungate e distorte, anticipando la pittura espressionista dei secoli successivi.
 
- Magnasco a Milano -
I suoi primi lavori furono i ritratti eseguiti su commissione, un genere abbandonato presto per dedicarsi a paesaggi con scene animate da figure allampanate di frati, zingari, soldati, boscaioli e saltimbanchi, inserite in grandi e tetri scenari. Le sue tele sono ambientate soprattutto in un contesto che descrive paesaggi burrascosi, boschi tenebrosi, o inquietanti scenografie conventuali.
 Nella realizzazione delle opere con rovine e architetture si avvale spesso della collaborazione di alcuni specialisti, come Clemente Spera e Antonio Francesco Peruzzini. Con quest'ultimo collabora intensamente, lasciando al collega la raffigurazione delle straordinarie composizioni alberate con le altissime fronde che si stagliano in controluce sui luminosi cieli azzurri.
 
- Alla corte dei Medici -
Dal 1703 al 1710 Magnasco si stabilisce a Firenze al servizio del Gran Principe Ferdinando de' Medici primogenito di Cosimo III e appassionato mecenate e collezionista. Magnasco a Firenze s'imbatté in una serie di pittori e incisori che tra il '600 e il '700 si erano dedicati allo sviluppo del genere cosiddetto della pittura "caricata e giocosa" tra i quali Stefano della Bella, Salvator Rosa, Giuseppe Maria Crespi e Giovanni Domenico Ferretti, tutti frequentatori della corte degli ultimi granduchi medicei.
Nel 1711, tornato a Milano, fu chiamato ad eseguire la decorazione per l'entrata trionfale dell'Imperatore Carlo VI nella Città.
 
Spesso la sua pittura viene paragonata a quella degli spiriti inquieti come il visionario Monsù Desiderio, oppure ai grandi capolavori di El Greco, dai quali però il  
Magnasco si distingueva per una sua visione personale della luce, anche nei piccoli quadri "di genere" settecenteschi, con scenette che esprimono forte drammaticità unita ad un gusto rococò, tipicamente scenografico e teatrale.
 

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