Carlo Maratta (Camerano, 15 maggio 1625 - Roma, 15 dicembre 1713), Giove trasformato in Satiro

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Dipinto olio su rame, raffigurante  Giove trasformato in Satiro , firmato e datato  Carlo   Maratta  (Camerano, 15 maggio 1625 - Roma, 15 dicembre 1713), con expertise a cura della dott.ssa  Stella Rudolph. L'opera raffigurante Giove trasformato in Satiro,...
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Dipinti antichi

Dipinto olio su rame, raffigurante Giove trasformato in Satiro, firmato e datato Carlo Maratta (Camerano, 15 maggio 1625 - Roma, 15 dicembre 1713), con expertise a cura della dott.ssa Stella Rudolph.

L'opera raffigurante Giove trasformato in Satiro, che scopre Antiope dormiente in un paesaggio con quattro amorini, proviene direttamente dalla vasta collezione della casa Reale di Hannover, precisamente dal Castello di Marienburgh, ivi fu inventariato nel 1857 come firmato e datato "Cav. Maratti Rom. a° 1710" e inserito nel catalogo fidecommissario a stampa redatto da O. Eisenmann nel 1891 (n°294, p.142) con la data ormai pressochè illeggibile, sul retro inoltre il dipinto presenta numeri di inventario che rimandano al catalogo del 1891, a quello del 1905 (n°225) ed altri ancora (n°921 riportato a matita ; n°20; n°198 H.G.).

In via di ipotesi il rame potrebbe essere stato acquisito già  da Ferdinand Albrecht II, Principe di Brunswick, pur se la cornice neoclassica a cassa intagliata e dorata forse indica che sia piuttosto entrato nella galleria durante il regno di Ernest AugustusRe di Hannover.

Anche senza il beneficio della firma, ormai presocchè indecifrabile, era agevole constatare che il dipinto fosse della mano del Maratti, una delle rare ultime opere pienamente autografe dell'anziano maestro, il quale ormai all'età  di 85 anni era da decenni il caposcuola della pittura Romana, nonchè uno dei più celebri artisti d'Europa.

Pertanto si tratta di un saggio di notevole interesse, tipico del gusto Arcadico che andava articolando sin dagli anni 1680; in una serie di squisite favole mitologiche ambientate in lussureggianti paesaggi, rinnovando i prototipi di Annibale Carracci e soprattutto di Francesco Albani, con una grazia ormai in linea con il nascente stile Rococò.

"Sono felice che codesto dipinto sia riemerso giusto in tempo per includerlo nella monografia sul Maratti che ho in preparazione (l'avevo elencato tra le opere perdute!)", con queste parole conclude lo scritto Stella Rudolph, nel giugno del 2006, confermando l'autografia del dipinto.

Dimensioni :

34,5 x 43,5 cm senza cornice

Parenza Art Gallery

Vicolo del Conte 96
Roma, 148
Italy