San Paolo

AA-359550
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Scultura lignea policroma in essenza di tiglio. Dimensioni: altezza cm.142 (cm.153 col piedistallo), larghezza cm.57, profondità cm.39 (dal tergo alle dita della mano) San Paolo è rappresentato nell'iconografia tradizionale del divulgatore del Nuovo Testamento, con...
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Studio Zenale
Studio Zenale prende il nome dal pittore rinascimentale Bernardino Zenale, massimo art...
Scultura lignea policroma in essenza di tiglio.
Dimensioni: altezza cm.142 (cm.153 col piedistallo), larghezza cm.57, profondità cm.39 (dal tergo alle dita della mano)
San Paolo è rappresentato nell'iconografia tradizionale del divulgatore del Nuovo Testamento, con un rotolo di epistole nella mano sinistra, mentre la destra impugnava la spada (1).
La figura è in posizione stante, secondo l'antico canone del "contrapposto": le parti del corpo disposte asimmetricamente, la testa orientata in senso leggermente contrario ai fianchi, il peso tutto sulla gamba destra mentre la sinistra, libera,  suggerisce un principio di moto, assecondata dal un'impercettibile torsione del busto.
Il classicismo bilanciato del corpo mostra l’imprinting del rinascimento lombardo (Zenale, Bussolo), mentre l’ampio e armonioso andamento dei panneggi echeggia l’eleganza sansoviniana della scultura veneta.
Ai modelli lombardi e veneti si sovrappone un energico intaglio con i suoi articolati chiaroscuri:  lo mostrano bene i panneggi dalle pieghe decise, la barba imponente dalle grandi volute, la folta capigliatura descritta ciocca per ciocca che copre anche le orecchie, il tutto definito da un intaglio profondo che accresce il realismo del personaggio e il senso della sua autorità. 
Tutto ciò riporta ai modi del bresciano Maffeo Olivieri (1484-1543) e del fratello minore Andrea (1494-1552), notevoli protagonisti dell'arte tardorinascimentale nell'area compresa tra la Lombardia orientale, il Trentino delle Valli Giudicarie e il Veneto.   
A partire dagli anni Trenta del Cinquecento i due fratelli annettono al loro linguaggio una nuova più aggiornata maniera, tutta bresciana, fatta di libertà gestuale, realismo fisionomico, presa concreta sul soggetto, una sorta di traduzione plastica della pittura del Romanino;  punto di arrivo di questo nuovo linguaggio è la monumentale ancona di S.Maria Assunta nella Pieve di Condino (2),  iniziata da Maffeo nel 1538 e consegnata da Andrea nel 1546, tre anni dopo la morte del fratello.
La scultura qui presentata è vicina allo stile di Condino, ed è riferibile anch'essa agli anni Trenta del Cinquecento;  e' un decennio in cui l'autorità di San Paolo svolge un ruolo centrale nel dibattito preparatorio al Concilio di Trento, convocato di lì a poco (1545) da un Papa che aveva voluto chiamarsi proprio Paolo (Paolo III Farnese).
Le conoscenze sui fratelli Olivieri sembrano oggi mature per uno studio sistematico, che si spera arrivi presto, sulla complessa produzione della loro bottega (3) e sulla sua "estrema versatilità e capacità di variare il linguaggio espressivo per adeguarlo al soggetto affrontato" (4).
Aspetti strutturali e conservativi: 
- al tergo della scultura vi è l’ampio e caratteristico scavo per prevenire le fessurazioni del legno ; 
- l’opera è pervenuta alla nostra epoca in condizioni molto buone, con ben poche e marginali lacune (la parte terminale del rotolo di epistole, un frammento del polsino destro);
- la policromia (5) presenta sulle vesti consunzioni e assottigliamenti della pellicola pittorica, con alcune zone che lasciano intravvedere la trama del legno, senza che ne risulti alterato l’equilibrio cromatico complessivo.
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(1)   A San Paolo viene associato l’attributo iconografico della spada perché ad essa egli paragona la parola di Dio:
(Ebrei 4, 12):   “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”
(Efesini 6, 17):  “prendete anche… la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio”.
(2)  Sull’ancona di S.Maria Assunta della Pieve di Condino si veda il completo ed esauriente studio di Claudio Strocchi - “Figure a rilievo, e così da vivo”: sculture di Maffeo e Andrea Olivieri - 2008, a cura della Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per il beni storico-artistici del Trentino – Quaderni n.15
(3)  Non ancora sistematicamente indagata è ancora oggi la produzione dei fratelli Olivieri - a lungo inquinata negli studi dall'errore di inquadrare Maffeo come scultore lapideo (A.Morassi,1930) - non limitata all’intaglio ligneo ma anche alla fusione in bronzo e alla medaglistica, operando nel bresciano, in Veneto e nelle Valli Giudicarie del Trentino, e avendo come base una attiva bottega nella città di Brescia, in cui sappiamo che collaboravano altri intagliatori e “dipintori”.  
(4)  Così C.Strocchi, ibidem, pag.90.
(5) Come noto la policromia era normalmente affidata a specialisti "dipintori", e differita anche di qualche anno rispetto all'intaglio, per consentire l’assestamento del legno.

 

Studio Zenale

Viale Filagno, 9
Treviglio, 24047
Italy