Cavallino che si impunta (1961)
Piantato sulle zampe e con gli occhi sbarrati, il cavallino si impunta spaventato alla vista del cranio equino che compare a sinistra, irrigidendo di colpo la sua fremente fisicità.
La tensione del protagonista è resa attraverso un segno grafico nervoso e incisivo, mentre i contorni larghi e profondi accrescono il senso di plasticità, rendendo evidente che l’artista pensa prima di tutto come scultore.
Elia Ajolfi (Bergamo 1916-2001), formatosi prima nella bottega del padre Francesco (insieme a Giacomo Manzù) e poi all’Accademia di Firenze, è uno dei grandi scultori in bronzo del Novecento italiano, ma anche in ghisa, in creta e in materiali innovativi; ai cicli scultorei animalistici, a partire dalla fine degli anni ’50, egli faceva precedere raffinati disegni come questo, caratterizzati da una incisiva, scattante plasticità.
Tecnica mista (china a penna e acquerellata) su carta beige misure cm. 100 x 72,5; cornice in listello di legno.
Firma e data 1961 in basso a destra.