"PAESAGGIO LACUSTRE" - EUGENIO CECCONI - (1842 - 1903)
Titolo: Paesaggio Lacustre
Artista: EUGENIO CECCONI (Livorno , 1842 – Firenze, 1903)
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 75 x 50 cm escludendo la cornice Dimensioni con cornice: 108 x 85 cm
Epoca: seconda metà XIX sec.
Descrizione dell'Opera: L'opera raffigura un suggestivo paesaggio naturalistico, probabilmente una veduta lacustre o palustre, caratterizzata da una ricca vegetazione acquatica in primo piano, presumibilmente canneti e arbusti.
La pennellata, tipica del tardo Macchiaiolo e post-Macchiaiolo, è vibrante e materica, capace di catturare l'atmosfera e la luce naturale del luogo.
La profondità spaziale è resa attraverso la graduale sfumatura dei toni e la diminuzione dei dettagli verso l'orizzonte, dove si intravedono alberi e un velo di nebbia o foschia, che conferisce all'insieme un'aura di quiete e malinconia. Il cielo, trattato con colori tenui e diffusi, contribuisce a creare un'illuminazione soffusa e realistica.
Condizioni: L'opera si presenta in buone condizioni conservative generali, compatibilmente con l'età. La tela è ben tesa sul telaio originale.
Cornice: Il dipinto è racchiuso in un'elegante cornice coeva in legno dorato , con decorazioni a motivi fitomorfi e volute, tipiche dello stile dell'epoca. La cornice è in buono stato di conservazione.
Note:
CECCONI, Eugenio
Figlio di Carlo e di Amalia Chellini, nacque l'8 settembre del 1842 a Livorno. Compiuti i suoi studi nel Collegio nazionale di Torino tra il 1853 e il 1858, il C. fece ritorno a Livorno in tempo per assistere ai preparativi dei patrioti livornesi per la seconda guerra di indipendenza alla quale prese parte anche il padre, fervente patriota. Avviato agli studi giuridici, conseguì la laurea in legge a Pisa dove, contemporaneamente, studiò pittura col paesaggista R. Fezzi. Fece poi pratica legale presso lo studio fiorentino del deputato liberale L. Cempini, pur continuando a coltivare i suoi interessi per la pittura e frequentando, sembra, i corsi dell'Accademia di belle arti tenuti da E. Pollastrini. Dopo la morte del padre avvenuta nel 1865, il C. si arruolò volontario nel '66 tra i bersaglieri del generale Cialdini, senza però prendere parte alle operazioni militari. Finita la guerra, egli decise di dedicarsi completamente alla pittura e prese uno studio a Livorno, in corso Amedeo, insieme all'amico A. Belimbau. Incominciò allora a frequentare D. Martelli e il ritrovo dei macchiaioli a Castiglioncello dove conobbe, tra gli altri, G. Boldini, per il quale posò per un ritratto,e G. Abbati, al quale si legò di una breve ma feconda amicizia. È comunque nel fervido clima di Castiglioncello che si compie la vera formazione artistica del C., libero da regole accademiche, dedito soprattutto allo studio dal vero, a diretto contatto con la natura. Vicino a G. Fattori (del quale egli fece anche un ritratto, Fattori che dipinge, Livorno, coll. Angiolini, illustr. in Monteverdi, I, n. 496), ne condivise l'amore per la Maremma toscana, specializzandosi nel ritrarre animali e scene venatorie, assecondando in ciò la propria passione per la caccia. Di lui si è molto lodata la capacità di rendere i vari atteggiamenti degli animali colti nella corsa o nell'atto di balzar sulla preda con immediatezza e vivacità, doti che gli riconobbe anche l'amico T. Signorini (G. Daddi, T. Signorini, Lecco 1971, p. 109).Espose per la prima volta nel 1869 un Paesaggio alla Promotrice di Torino; quindi, nel '72, partecipò alla seconda Esposizione nazionale di Milano con Macchiajole di Tombolo e La prima beccaccia. Per essere più a contatto con la natura, nel 1873 trasferì lo studio a Ceppato, presso Lari, e, nel luglio del '75, forse col Belimbau, fece un viaggio in Tunisia che segnò una svolta importante nella sua formazione. Coste della Tunisia, Una via di Tunisi, Un mercato a Tunisi, Caffè arabo, Arco nella Tunisi vecchia, Il muro, Danze arabe, Figura orientale, Negro, Giardino arabo, Cortile di Rab-el-afrit, quest'ultimo esposto nel 1878 sia a Brera sia alla Promotrice di Torino, rivelano, infatti, uno studio più approfondito della luce e del colore. Nel 1877 cambiò nuovamente studio, stabilendosi a Torre del Lago e, nello stesso anno, espose Mezza festa alla Promotrice di Torino. Nel 1879 eseguì La lacciaia e Pian d'Alma e l'anno seguente una delle sue opere più note: Cenciaiole livornesi.
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