RARISSIMA SCULTURA FIRMATA: A. SAURA 1968 (1930 – 1998) Larghezza 35 cm - Profondità 35 cm - Altezza 200 cm
RARISSIMA SCULTURA DI GRANDI DIMENSIONI FIRMATA: A. SAURA 1968 (Huesca, 22 settembre 1930 – Cuenca, 22 luglio 1998) REALIZZATA SALDANDO MATERIALE DI RICICLO FERROSO SAURA PER BREVE PERIODO HA REALIZZATO QUESTO TIPO DI SCULTURE LE SUE OPERE SONO PRESENTI IN TUTTI I MUSEI PIU' IMPORTANTI DEL MONDO DI ARTE MODERNA Larghezza 35 cm Profondità 35 cm Altezza 200 cm
Antonio Saura, noto principalmente come pittore e figura di spicco nell'ambito dell'informale europeo, ha occasionalmente realizzato sculture, rendendo opere come questa un elemento raro e prezioso all'interno della sua produzione. Questa scultura del 1968, alta ben 200 cm, è realizzata interamente in ferro saldato e materiali di recupero, caratteristiche che ne sottolineano il suo linguaggio espressivo unico e la sua attitudine sperimentale.
1. Struttura e Materiali
L'uso del ferro saldato e dei materiali di recupero riflette un approccio crudo e diretto, che potremmo definire "brutalista". La scelta di questi materiali sembra celebrare il valore dell'imperfezione e dell'essenzialità, esprimendo una tensione drammatica che attraversa l'opera. Le forme frastagliate e irregolari danno alla scultura un senso di movimento e instabilità, che contrastano con la solidità del ferro.
L’assemblaggio suggerisce un’interazione dinamica tra le parti, con un equilibrio precario ma calcolato, evocando un senso di costruzione e decostruzione simultanea. Questo potrebbe essere letto come una metafora per la condizione umana o per le contraddizioni interne alla società contemporanea, temi che Saura affrontava anche nelle sue tele.
2. Verticalità e Simbolismo
La verticalità marcata della scultura, culminante in una sorta di "corona" o simbolo geometrico, invita a una lettura quasi totemica. Questa struttura slanciata sembra ergersi come una figura antropomorfa stilizzata, un richiamo a corpi frammentati o a sagome decomposte, temi centrali nella pittura di Saura. L'elemento simbolico sulla sommità può essere interpretato come un segno di autorità o trascendenza, in linea con la sua indagine sul sacro e il profano.
3. Influenza dell’Informale
L'opera conserva l'impronta dell'informale, movimento che esplora il gesto e la materia come mezzo di espressione pura. Le superfici del ferro mostrano segni di lavorazione, graffi, e imperfezioni che richiamano la pittura materica e gestuale. Questa scultura, quindi, potrebbe essere vista come una "pittura tridimensionale", dove il gesto pittorico si traduce nella manipolazione del metallo.
4. Dimensione drammatica
L'opera trasmette una forte tensione emotiva, quasi teatrale. La monumentalità (due metri di altezza) e la forma slanciata contribuiscono a creare una presenza imponente, che dialoga con lo spazio circostante. La scelta dei materiali, con il loro peso e la loro durezza, amplifica questa drammaticità, mentre l'uso di elementi riciclati introduce un senso di storia e memoria nell'opera.
Interpretazione e Rarità
La rarità di questa scultura amplifica il suo valore sia estetico che storico. Saura, essendo un artista noto soprattutto per la sua pittura, offre qui una testimonianza unica del suo talento nel trasferire i suoi concetti visivi e le sue ossessioni tematiche in un medium completamente diverso. Questa scultura rappresenta un’opera di transizione, una possibile espansione tridimensionale delle sue idee pittoriche.
In sintesi, la scultura sembra condensare i temi centrali dell’opera di Saura: la frammentazione della figura umana, l'energia gestuale, e l'esplorazione del materiale come portatore di significato. La sua monumentalità, unita alla matericità del ferro e alla forza simbolica della forma, rende questa opera un capolavoro raro e potente.
Biografia: Nato a Huesca, trascorse gli anni tra il 1936 ed il 1939 tra Barcellona, Valencia e Madrid a causa della Guerra di Spagna, al termine della quale visse ancora un anno a Huesca per poi tornare a Madrid. Nel 1943 contrasse la tubercolosi, malattia che lo costrinse a diversi interventi ed alla sostanziale immobilità per cinque anni. In questo periodo, iniziò da autodidatta a dipingere ed a scrivere e, superata la malattia, tenne la sua prima mostra con le opere che aveva studiato e dipinto a Saragozza nel 1950, a cui seguì un'altra a Madrid nel 1952; nel frattempo aveva pubblicato anche la sua prima opera poetica, Programio. Tra il 1954 ed il 1955 si trasferisce a Parigi, dove si unisce al gruppo dei surrealisti e dove, nel 1957, tiene una mostra alla Galérie Stadler. Tornato a Madrid, nel 1957 è uno dei fondatori del gruppo El paso, del quale rimase a capo fino al 1960, incontrando in questo periodo anche il critico Michel Tapié. A partire dal 1960 smette di dipingere esclusivamente in bianco e nero avvicinandosi sempre più al colore ed iniziando a creare anche alcune sculture. Nello stesso anno riceve il "Premio Guggenheim" a New York e intanto le sue opere cominciano ad essere esposte nei principali musei europei e americani. A partire dal 1966 compie diversi viaggi a Cuba, trovando nuova ispirazione per le sue opere e dove, nel 1968, partecipa al Congreso cultural dell'Avana. Nello stesso anno abbandona la tecnica dell'olio su tela per dedicarsi, per un periodo di circa dieci anni, alla pittura su carta, mentre nel 1969 dall'editore Gustavo Gili di Barcellona esce la prima monografia a lui dedicata, con testo di José Ayllón. Negli ultimi decenni della sua carriera sperimenta altre forme artistiche, dalla scultura alla vetrata (notevole una Crocifissione del 1965 nella chiesa di San Tomaso ad Amsterdam), dalla grafica alla pittura muraria, tecnica quest'ultima di cui rimangono in particolare l'opera Senza centro (1968), nel Museo de la revolución dell'Avana, e Elegia (1987), nel Palazzo comunale di Huesca. Muore a Cuenca nel 1998. Le sue opere sono oggi esposte in numerosi musei a livello mondiale, tra cui il Musée Picasso di Antibes, il Centre Pompidou di Parigi, lo Städelsches Kunstinstitut und Städtische Galerie di Francoforte sul Meno, la National Gallery e la Tate Modern di Londra, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, il Guggemheim Museum e il Metropolitan Museum di New York.