XVII secolo, Cornice guilloché ebanizzata

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XVII secolo Cornice guilloché ebanizzata Legno, cm 89 x 79 Riferibile al XVII secolo circa, la cornice ebanizzata presa in esame presenta un intaglio denominato guilloché, la cui fascia si presenta come un susseguirsi di gole lisce alternate a fasce intagliate a onde continue....
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Ars Antiqua SRL Ars Antiqua apre nel 2000 per iniziativa di Federico Bulga...

XVII secolo

Cornice guilloché ebanizzata

Legno, cm 89 x 79

Riferibile al XVII secolo circa, la cornice ebanizzata presa in esame presenta un intaglio denominato guilloché, la cui fascia si presenta come un susseguirsi di gole lisce alternate a fasce intagliate a onde continue.

Questa particolare lavorazione ornamentale si riferisce, nello specifico, a superfici in legno o metalliche, realizzata adoperando specifici attrezzi chiamati “guillocher”, che permettono di creare un disegno ripetitivo di righe incise, lineari oppure ondulate (come in questa cornice). Esse si compongono di listelli, il cui profilo varia in direzione verticale o orizzontale con un motivo ripetitivo di righe ondulate o a fiamma e talvolta con una combinazione di entrambe.

Queste cornici fecero la loro comparsa nel primo Barocco, quando le figure rigorose del classicismo iniziarono a piegarsi a forme più libere: i fianchi piatti dei mobili iniziarono a diventare curvi, panciuti, arcuati, le cornici a spezzarsi e a ricomporsi in forme mistilinee, spesso ondulate o fiammate.

Gli anni sono quelli della prima metà del Seicento, dove questi listelli ad onde vennero ampiamente utilizzati nei mobili, negli stipi, nei monetieri o come cornici dei quadri. Dotati di una grande varietà di disegni, venivano spesso realizzati in legno d’ebano o altri tipi di legno compatto tinto di nero, talvolta dorati. Si potevano trovare anche in abbinamento ad altri materiali di pregio, quali la tartaruga, l’avorio, le pietre semi-preziose e i metalli.

Questo tipo di cornice in legno d’ebano lavorato con questa particolare tecnica, fu variamente utilizzata durante tutto il XVII secolo, oltre che per decorare mobili, anche per incorniciare dipinti e specchi.

Spesso descritte negli inventari della prima metà del Seicento, queste cornici venivano solitamente intagliate da artigiani nordici (tedeschi o fiamminghi) al servizio delle corti italiane. Cornici guilloché ornavano, ad esempio, lo stipo ingioiellato della Tribuna degli Uffizi e tuttora si ritrovano come ornamento dell’inginocchiatoio e dello stipo d’Augusta del Museo degli Argenti, eseguiti entro il primo quarto del Seicento. 

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