Giuseppe Tassone (Roma 1653 – Napoli 1737)

Carovana di Pastori

Olio su tela, 130 x 155 cm 

Perizia Prof. Alberto Crispo

La maniera di delineare le persone e gli animali con una stesura precisa e morbida dalle tonalità delicate e calde e il confronto con altre tele di soggetto similare collegano la presente alla mano di Giuseppe Tassone (Roma 1653 – Napoli 1737). Vissuto nella città natale fino al 1669 si dedicò fin da piccolissimo alla pittura, anche se dell’attività giovanile non ne restano tracce. Viaggiò per cinque anni tornando a Roma nel 1674, mentre dal 1678 si trasferisce a Napoli, città che lo accoglierà fino alla di lui morte nel 1737.

Di lui scrive Bernardo de Dominicis, amico e biografo che lo celebra quale valente pittore i cui quadri, prevalentemente paesaggi e animali erano molto stimati dai contemporanei collezionisti napoletani; dei suoi quadri scrive:” poi se ne vengono nella nostra città in casa di varie persone, così nobili, che civili, e da tutti tenuti in pregio. Il successo ottenuto è testimoniato anche dalla presenza di molti suoi quadri nelle collezioni di nobili napoletani come Geronimo Ferdinando Alcaron de Mendoza, marchese della valle Siciliana, La Duchessa di Terranova e Monteleone Gioanna d’Aragona Pignatelli, la duchessa di Canzano Isabella Coppola e molti altri. Fu molto stimato da Paolo De Matteis (Piano Vetrale, 9 febbraio 1662[1] – Napoli, 26 luglio 1728), tra i pittori più importanti della Napoli del tempo; egli, come risulta dall’inventario del 1728 redatto alla sua morte, possedeva molti suoi dipinti.

Lo stesso Luca Giordano (Napoli, 1634 – Napoli, 1705), uno dei principali maestri della pittura napoletana Seicentesca, ne lodava la destrezza nel trattare argomenti pastorali, tanto da paragonarlo e a volte preferirlo al suo allievo Nicola Rossi, anch’esso specializzato in quadri di animali. 

Rispetto a questi elogi, stupisce l'oblio contemporaneo di questo artista, di cui pochissime opere sono musealizzate e poche ancora reperite nel mercato antiquario. Ad oggi le uniche tracce da cui partire per delinearne la figura artistica sono le due tele conservate nella Pinacoteca del castello Sforzesco a Milano: la .. eseguita nel 1696 e la seconda nel 1702.  La pittura di tassone guarda con un occhio al passato ispirandosi ad autori quali Salvator Rosa, Rosa da Tivoli e Domenico Brandi ma ha già una valenza pienamente settecentesca; riesce di fatto a rinnovare questo genere pittorico alienando le nuove tendenze del barocchetto e della poetica dell’Arcadia. Nelle sue creazioni non troviamo i toni contrastanti tipicamente seicenteschi, che si ritrovano ancora nelle tele del Rosa e del Brandi, ma colori chiari che restituiscono un’atmosfera moderna, rasserenata e di pacata vita agreste, in perfetta sintonia con il mondo mitico e primigenio vagheggiato in quegli stessi anni dai poeti arcadici. 

Il dipinto preso in esame raffigurante una carovana di pastori con i loro armenti può essere messa in relazione con le due tele già citate del castello Sforzesco, che presentano sullo sfondo una vegetazione simile, tratteggiata con pennellate delicate e sottili. Ritorna lo stesso modo di trattare con perizia personaggi e animali e l’utilizzo di una tavolozza calda e vivace anche in tre tele passate sul mercato antiquario italiano.

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