Il Parnaso con Apollo, le Muse ed i poeti antichi e moderni, RAFFAELLO SANZIO (Urbino, 1483 - Roma, 1520), seguace di

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RAFFAELLO SANZIO (Urbino, 1483 - Roma, 1520), seguace di Il Parnaso con Apollo, le Muse ed i poeti antichi e moderni XVII-XVIII secolo Dettagli completi (link) Questo raffinato dipinto (Olio su tela, 123 x 173 cm. - incorniciato 137 x 187 cm.), di dimensioni importanti e...
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RAFFAELLO SANZIO (Urbino, 1483 - Roma, 1520), seguace di

Il Parnaso con Apollo, le Muse ed i poeti antichi e moderni

XVII-XVIII secolo

Dettagli completi (link)

Questo raffinato dipinto (Olio su tela, 123 x 173 cm. - incorniciato 137 x 187 cm.), di dimensioni importanti e grande effetto scenico, è una derivazione del celebre affresco di Raffaello Sanzio raffigurante il monte Parnaso, databile al 1510-1511 e situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane.

Il significato del soggetto era quello di celebrare la cultura umanistica, una sorta di raffigurazione allegorica che vedeva affiancate nello stesso spazio sia le figure del mito che quelle dei più grandi autori del passato.

La scena, avvolta da un’atmosfera lirica, è ambientata sul monte Parnaso, nei pressi della fonte Castalia, per la mitologia greca dimora delle Muse, dove sono raffigurati i poeti antichi e i poeti moderni.

Il dipinto, che riproduce piuttosto fedelmente il brano raffaellesco con perfetta armonia e con grande qualità pittorica, è opera di un autore italiano attivo tra Sei e Settecento. Vi possiamo riscontrare l’accurato bilanciamento della luce, che ne risalta la brillantezza cromatica, e l’accentuato rilievo scultoreo che l’autore ha dato alle figure, così come alla resa molto fedele dei singoli dettagli pittorici delle figure.

Al centro della composizione si erge la figura principale del dio Apollo, coronato di alloro e seduto su un masso roccioso intento a suonare la lira da braccio, circondato dalle nove Muse: al suo fianco Calliope con lo scettro (musa della poesia epica) ed Eratro con la lira (musa del canto corale e poesia amorosa); alle loro spalle sulla sinistra troviamo Talia (musa della commedia), Clio (musa della storia) e Euterpe (musa della musica), mentre sulla destra sono raffigurate Polimnia (musa della danza e del canto sacro), Melpomene (musa della tragedia), Tersicore (musa del canto e della danza) e Urania (musa dell’astronomia e della geometria).

Disposti come in una platea, tutt'intorno si trovano diciotto poeti antichi e moderni divisi in più gruppi, concatenati l'un l'altro da gesti e sguardi, a formare una sorta di mezzaluna continua che si proietta verso lo spettatore come ad avvolgerlo.

In alto possiamo trovare i poeti dell’epica classica e medievale, sulla sinistra il giovane Ennio, che ascolta il canto di Omero (cieco), seguiti più dietro da Dante, che guarda verso Virgilio, che a sua volta si rivolge a Stazio vicino a lui.

In basso, sempre a sinistra, il gruppo dei poeti lirici, con la poetessa Saffo che tiene in mano un foglio con sopra scritto il suo nome, ed ancora Piandaro, Catullo (o forse Tibullo), Orazio e Petrarca.

Sul lato opposto in alto del dipinto trovano spazio altri poeti moderni, che hanno creati spesso delle dispute identificative. La figura più controversa è la prima, per la quale si è proposta l'identificazione dell’Ariosto o, secondo un'ipotesi alternativa Michelangelo. Seguirebbero poi Giovanni Boccaccio (secondo di profilo), mentre gli altri sono stati identificati come Plauto con Terenzio (vecchio di profilo e giovane che si volge a guardarlo) ed infine Jacopo Sannazzaro.

In basso a destra i tre grandi tragici greci, Eschilo più anziano seduto, Sofocle e Euripide, più giovane.

 

INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:

Il dipinto è completato da una piacevole cornice in legno dorata e viene venduto corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.

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