Scuola Romana del XVII secolo, Santa Cecilia con angeli in concerto, dipinto olio su tela

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Scuola Romana del XVII secolo, Santa Cecilia con angeli in concerto , dipinto olio su tela Misure: L 102,5 x H 126 cm prezzo: trattativa riservata oggetto corredato da certificato di autenticità Il pregevole dipinto, in ottimo stato di conservazione, raffigura santa Cecilia mentre...
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Scuola Romana del XVII secolo, Santa Cecilia con angeli in concerto, dipinto olio su tela

Misure: L 102,5 x H 126 cm

prezzo: trattativa riservata

oggetto corredato da certificato di autenticità

Il pregevole dipinto, in ottimo stato di conservazione, raffigura santa Cecilia mentre suona l’organo, attorniata da putti e cherubini. La santa, con sguardo assente e rivolto verso una luce mistica e divina che traspira da dietro alle canne dell’organo e a soffici nuvole, è vestita da raffinati e preziosi abiti in seta. Accanto a lei un putto le porge lo spartito musicale. La struttura dell’organo e della sedia, in legno intagliato, rispecchiano i dettami stilistici diffusi a Roma in epoca barocca. La pavimentazione a scacchi, distorta prospetticamente, invita lo sguardo dell’osservatore a convergere verso il centro della tela, ove è rappresentato il volto della santa. In secondo piano, due imponenti colonne in marno e un ricco tendaggio inquadrano la scena e fungono da quinta, aumentando la solennità compositiva.

L’autore della tela è da ricercarsi in un pittore attivo a Roma nel Seicento di abili capacità tecniche e compositive. La composizione, giocata prevalentemente nei toni dei bruni, blu verdi e rossi, è armoniosa e bel equilibrata. La resa naturale dei tessuti in seta, così come degli incarnati, è dimostrativa di una perizia pittorica elevata.

Iconograficamente, la santa Cecilia è sovente raffigurata mentre suona uno strumento e la sua immagine è spesso allegoria stessa della Musica, inclusa nel quadrivio delle arti liberali.

Cecilia fu una nobile romana, da qui l'abbigliamento sontuoso e ricco, vissuta tra il II e il III sec. d.C. Venne data in sposa a Valeriano, anche lui discendente di una nobile famiglia romana. La notte delle nozze Cecilia rivelò al marito la sua conversione al cristianesimo e la sua decisione di fare voto di castità. Il marito accettò il desiderio della moglie, si convertì egli stesso al cristianesimo e fece convertire anche suo fratello Tiburzio.

Tutti e tre cominciarono così un'opera di diffusione della nuova religione e Cecilia, oratrice eccellente, ben presto riuscì a convertire molti romani, protetta e aiutata dai due fratelli soldati. Per le loro attività caritatevoli, la loro fama crebbe così velocemente che vennero condannati al martirio dal prefetto romano Turcio Almachio. Santa Cecilia è nota per essere patrona della musica. Il suo accostamento a quest’arte è stato generato da un'interpretazione errata dei testi degli antifonari che venivano utilizzati nelle messe durante i festeggiamenti per la santa.
Il testo originale riporta la seguente dicitura: "Candentibus organis, Caecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat...", ossia "Tra gli organi (strumenti del martirio) incandescenti, la vergine Cecilia cantava lodi a Dio in cuor suo". L'interpretazione sbagliata è nella prima frase, così trascritta: "Cantantibus organis..", ossia "Tra gli organi(strumenti musicali) suonanti", dunque ascoltando musica celeste cantava lodi a Dio in cuor suo. 
Comincia quindi, dal XV secolo, la fortuna iconografica di Cecilia, alla quale furono attribuite capacità musicali. Fu così che alla santa venne assegnato un organo portativo come simbolo delle sue eccellenti doti da musicista e da allora venne invocata dai cantanti e dai compositori come loro protettrice. 

Sono attualmente in corso studi storico artistici.

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