Cerchia di Andrea Belvedere (Napoli, 1646/52-1732), seconda metà del XVII secolo

Ghirlanda di fiori con Madonna che allatta il Bambino, San Giuseppe e angeli

Olio su tela, cm 73 x 60

Con cornice, cm 90 x 78

Con Jan Brueghel il Vecchio e Pieter Paul Rubens l’inviolata meraviglia del dato naturale incontrò il narrativismo religioso dei personaggi sacri: la pratica di incorniciare il soggetto principale tramite una prorompente corona di fiori incontrò naturale diffusione nella realtà fiamminga in risposta alla Riforma protestante. La concomitante negazione della raffigurazione della Madonna, moderna iconoclastia occidentale, aveva infatti incoraggiato l’inserimento delle vietate icone religiose entro un prudente ma suggestivo schermo vegetale, sempre bene accetto dai riformisti. 

Nel presente dipinto San Giuseppe fa delicatamente capolino dalla spalla sinistra della Vergine, dolcemente sfumato nella calda aria corposa, mentre sul lato opposto fa la sua comparsa un terzetto di teneri angioletti, anch’essi immersi nella coltre brunita su cui l’artista staglia i principali soggetti della composizione: la Vergine che allatta il Bambino. 

La doppia mano del dipinto si esplica nella realizzazione delle figure umane e nella splendida ghirlanda fiorita, pertinente alla saggiata tradizione pittorica già fiamminga che sorbì successivamente i natali in terreno partenopeo. La tela è infatti da ricondurre all’ambito di Andrea Belvedere, che poté osservare direttamente l’operato di Abraham Brueghel giunto nel 1672 a Napoli da Roma. L’influsso di questi e della più aggiornata lezione fiamminga, debitrice al tempo dell’essenziale lavoro di Frans Snyders, si evince nell’indefessa differenziazione tipologica dei fiori intrecciati in trionfo. L’artista non dimenticò mai le implosioni materiche tipiche della cultura napoletana, che convertì nell’ambito del naturamorfismo ad una revisione puntuale dei soggetti ritratti. Similmente avviene nel presente dipinto: la lenticolare definizione dei corpi vegetali, sottilmente rastremati e perfezionati nel puntuale luminismo che ne agita gli sfilacciati filamenti, testimonia chiaramente l’eredità del Belvedere. Dedito fin dalla giovane età ai dipinti fioriti (è il caso di Garofani con tulipani in bottiglia di vetro del Museo Correale di Terranova di Sorrento), l’artista incontrò sino alla partenza per la Spagna vasto pubblico e larghe commissioni in ragione della sua innovativa capacità di distribuzione digitale della luce. Il trasferimento in Spagna, avvenuto su richiesta del re Carlo II, non frenò la sua predilezione nell’insegnamento: dalla sua bottega mossero vincenti passi artistici campioni quali Gaspare Lopez e Tommaso Realfonso. 

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