San Paolo
Scultura lignea policroma in essenza di tiglio.
Dimensioni: altezza cm.142 (cm.153 col piedistallo), larghezza cm.57, profondità cm.39 (dal tergo alle dita della mano)
San Paolo si presenta nell'iconografia tradizionale del divulgatore del Nuovo Testamento, con un rotolo di epistole nella mano sinistra, mentre la destra impugnava la spada (1).
La figura è in posizione stante secondo il canone del "contrapposto": le parti del corpo disposte asimmetricamente, la testa orientata in senso leggermente contrario ai fianchi, il peso tutto sulla gamba destra mentre la sinistra, libera, suggerisce un principio di moto, assecondata da un'impercettibile torsione del busto.
Il classicismo bilanciato del corpo ha l’imprinting del rinascimento lombardo (Zenale, Bussolo), mentre l’ampio e armonioso andamento dei panneggi echeggia l’eleganza sansoviniana della scultura veneta.
Tutto è reso con energico intaglio e articolati chiaroscuri: lo mostrano bene i panneggi dalle pieghe decise, la barba imponente dalle grandi volute, la folta capigliatura descritta ciocca per ciocca che copre anche le orecchie, il tutto definito da un intaglio profondo che accresce il realismo del personaggio e il senso della sua autorità.
Sono i modi della bottega bresciana di Maffeo Olivieri (1484-1543) e del fratello minore Andrea (1494-1552), notevoli protagonisti dell'arte tardorinascimentale nell'area compresa tra la Lombardia orientale, il Trentino delle Valli Giudicarie e il Veneto.
A partire dagli anni Trenta del Cinquecento la bottega degli Olivieri si arricchisce di una nuova più aggiornata maniera, tutta bresciana, fatta di libertà gestuale, realismo fisionomico, presa concreta sul soggetto, una sorta di traduzione della pittura del Romanino; punto di arrivo di questo nuovo linguaggio è la monumentale ancona di S.Maria Assunta nella Pieve di Condino (2), iniziata da Maffeo nel 1538 e consegnata da Andrea nel 1546, tre anni dopo la morte del fratello.
La scultura qui presentata è accostabile allo stile di Condino, e riferibile anch'essa agli anni Trenta del Cinquecento; e' il decennio in cui l'autorità di San Paolo svolge un ruolo centrale nel dibattito preparatorio al Concilio di Trento, convocato di lì a poco (1545) da un Papa che aveva scelto per se' proprio il nome di Paolo (Paolo III Farnese).
Aspetti strutturali e conservativi:
- al tergo della scultura vi è l’ampio e caratteristico scavo per prevenire le fessurazioni del legno;
- l’opera è pervenuta alla nostra epoca in condizioni molto buone, con ben poche e marginali lacune (la parte terminale del rotolo di epistole, un frammento del polsino destro);
- la policromia (3) presenta sulle vesti consunzioni e assottigliamenti della pellicola pittorica, con alcune zone che lasciano intravvedere la trama del legno, senza che ne risulti alterato l’equilibrio cromatico complessivo.
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(1) A San Paolo viene associato l’attributo iconografico della spada perché ad essa egli paragona la parola di Dio:
(Ebrei 4, 12): “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”
(Efesini 6, 17): “prendete anche… la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio”.
(2) Sull’ancona di S.Maria Assunta della Pieve di Condino si veda il completo ed esauriente studio di Claudio Strocchi - “Figure a rilievo, e così da vivo”: sculture di Maffeo e Andrea Olivieri - 2008, a cura della Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per il beni storico-artistici del Trentino – Quaderni n.15
(3) Come noto, la policromia era normalmente affidata a specialisti "dipintori", e differita anche di qualche anno rispetto all'intaglio, per consentire l’assestamento del legno.