QUADRO SIMBOLISTA - OLIO SU FAESITE "ULTIMA VITTORIA" FIRMATO: BONORA di Maurizio Bonora (artista ferrarese) ITALIA - anni '50

AA-PRO-33332
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QUADRO SIMBOLISTA - OLIO SU FAESITE "ULTIMA VITTORIA" FIRMATO: BONORA di Maurizio Bonora artista ferrarese ITALIA anni '50 XX sec con cornice 54,5 x 44,5 senza cornice 40,0 x 30,0 Nato a Ferrara, Maurizio Bonora si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1956 espone...
QUADRO SIMBOLISTA - OLIO SU FAESITE "ULTIMA VITTORIA" FIRMATO: BONORA di Maurizio Bonora artista ferrarese ITALIA anni '50 XX sec con cornice 54,5 x 44,5 senza cornice 40,0 x 30,0 Nato a Ferrara, Maurizio Bonora si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1956 espone in sedi pubbliche e private italiane e straniere, sperimentando ambiti espressivi differenti, che vanno dalla scultura alla pittura, dall’incisione alla scenografia, fino alla videoarte. La mostra allestita al PAC è un omaggio alla serietà e alla qualità del percorso artistico di un ferrarese, che non ha rinunciato a scommettere sulla vocazione comunicativa dell’opera d’arte e sull’incontro reciprocamente fecondo tra l’artista e la società civile. La mostra, che presenta più di cento opere recenti di Maurizio Bonora, trae ispirazione da un progetto architettonico "fantastico": un laboratorio europeo delle arti. L’artista pensa a un luogo ideale, un atelier permanente ove giovani artisti selezionati da tutta Europa possano operare fianco a fianco, contribuendo con il loro lavoro al processo di integrazione europea. A questa «fucina di immaginari» corrispondono spazi aperti dove gli artisti si confrontano con i cittadini: un teatro estivo e una teoria di giardini ornati di sculture. È una progettualità che ha le sue matrici nella riflessione rinascimentale sulla città ideale e nell’esito nobilissimo raggiunto, proprio a Ferrara, con la celebre "Addizione" erculea. Le sculture, i rilievi e i dipinti che compongono il percorso espositivo costituiscono un’ipotetica interpretazione del tema del progetto, o piuttosto sono divagazioni fantastiche e ironiche sullo stesso tema. L’allestimento ripercorre le sezioni del progetto più scenografiche e ricche di valenze simboliche: l’ariosa loggia che circonda il teatro, con il lungo fregio dipinto sorretto da pilastri modellati in marmo cementizio, e i quattro giardini "segreti", consacrati alle muse ispiratrici dei versi di Virgilio, Dante, Ariosto e Leopardi. La poesia e il mito alimentano la complessa iconologia che governa il progetto: l’eterno conflitto tra Dioniso e Apollo ricorre nel fregio, mentre la decorazione architettonica è incentrata sul "mito" che dà il titolo alla mostra. Esso evoca l’immagine dell’uomo e la donna, congiunti in un corpo solo, che cavalcano il drago del tempo. I loro sguardi sorvegliano la schiena del mostro nelle opposte direzioni del passato e del futuro, a simboleggiare il recupero della memoria storica in una progettualità orientata al futuro. È un’allegoria che trova consonanza nelle soluzioni formali. Nel disegno delle altere creature dipinte a tecnica mista o modellate in terracotta e marmo cementizio con artigianale maestria, si intrecciano, infatti, i rimandi a culture figurative distanti nel tempo: dalle figurazioni arcaiche delle antiche culture mediterranee ai cicli allegorici delle cattedrali romanico-gotiche, dal grande calendario affrescato a Schifanoia alle bizzarre invenzioni dei giardini manieristi e barocchi, fino alla lezione dei moderni, a partire da Giorgio de Chirico e Max Ernst. Bonora elabora quest’ampio orizzonte di riferimenti culturali nel suo originale olimpo fantastico, abitato da figure dal fascino misterioso, testimoni della memoria storica della nostra civiltà. Da qui egli invita a confrontarsi su un percorso di integrazione democratica che faccia appello all’immaginario artistico.

BLOW UP - ARTE E DESIGN DEL XX SEC. DI ARCH. ALBERTO SQUARCIA

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