La pentecoste e La flagellazione di Cristo – XV secolo
“La pentecoste e La flagellazione di Cristo – XV secolo”
XV secolo – legno di pero
Misure: cm 16 x 10,5 - cm 17 x 10,5
Le due opere si presentano come due placchette di legno di pero, intagliato con grande maestria, raffiguranti scene religiose. La prima placchetta raffigura la Pentecoste, episodio narrato negli Atti degli Apostoli (2,1-11) secondo i quali un giorno lo Spirito Santo scese sotto forma di lingue di fuoco sugli Apostoli, tutti riuniti nel medesimo luogo, ognuno dei quali cominciò a parlare una lingua differente. Seppur da tale lettura si deduca che lo Spirito sia elargito attraverso Cristo risorto, nelle raffigurazioni dell’episodio egli non compare mai. Generalmente le lingue di fuoco vengono raffigurate sotto forma di fiammelle, come nel caso della nostra opera, poste sul capo degli apostoli e provenienti da una colomba in alto, nel centro della composizione, simbolo dello Spirito Santo.
Scendendo più nel dettaglio, l’artista con grande maestria ha intagliato attentamente a basso rilievo le tuniche e i mantelli degli apostoli, posti trasversalmente sul busto, non tralasciando i volti barbati, le mani e persino un libro di preghiera posto sulle ginocchia dell’apostolo di destra. Inoltre, è stata compiuta anche la pavimentazione della stanza e la base del trono con rilievo centrale.
La seconda placchetta presenta una scena cruciale della passione di Gesù Cristo, narrata nei Vangeli: la flagellazione, detta anche Cristo alla colonna. Secondo il racconto, il figlio di Dio, dopo essere stato condannato alla crocifissione, venne prima spogliato della veste e lasciato con un perizoma bianco, poi legato ad una colonna di marmo e colpito violentemente con verghe da alcuni aguzzini. Osservando la placchetta, il Cristo viene raffigurato al centro, appoggiato ad una colonna classicheggiante, in posa monumentale per sottolinearne la bellezza statuaria, mentre i due sgherri ai lati, che sollevano le verghe con violenza, pronti per colpirlo, hanno fisionomie più rozze in modo tale da alludere alla loro brutalità e ferocia. Anche in questo caso l’artista rende a rilievo i corpi e i dettagli, in particolar modo i panneggi delle tuniche, intagliati con perizia, senza tralasciare la base aggettante raffigurante il terreno brullo, su cui saldamente poggiano i tre personaggi.