Antiquariato

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Il vetraio, designer e imprenditore Giulio Radi nasce a Murano in una famiglia di rinomati tecnici del vetro. Nel 1932 diventa uno dei soci fondatori di A.VE.M. (Arte Vetraria Muranese), di cui diventa direttore artistico nel 1939 fino alla sua morte. È qui che inizia un intenso periodo di progettazione e sperimentazione con il vetro. Dedicò la sua ricerca al campo degli ossidi metallici, dove scoprì preziose tecniche di colorazione...
La presente coppa di cristallo, lavorata arditamente attraverso fitte geometrie che dialogano tra loro, si dispone su di un elaborato basamento in bronzo dorato, figurante una nereide.
Per la categoria dell’antiquariato abbiamo scelto come oggetto rappresentante questa meravigliosa coppia di coppe con coperchio in bronzo dorato e finemente casellato. Una meravigliosa scena di cigni in uno stagno circonda e adorna l’intero corpo circolare. Due colombi fungono da presa del coperchio in ciascuna delle due coppe, mentre il piede circolare poggia su una elegantissima base di marco bianco.
Una meravigliosa coppia di applique in bronzo finemente cesellato direttamente dall’Ottocento. Da due rosoni a cespo fogliaceo, escono due busti di putto bruniti che reggono nelle mani una corona di fiori in cui sono inserite due volute reggicero. 
l lampadario è di provenienza lucchese e risale alla fine del 1800, era infatti predisposto per l’illuminazione a candele. Proviene da una residenza privata, è stato elettrificato per sei luci E14, un’ulteriore luce interna illumina l’originale coppa in vetro turchese, ornata da corone e finali in metallo sbalzato e dorato, sormontata al centro da un elemento, sempre in vetro, a forma di uovo dorato che riflette la luce.
Il dipinto ad olio su tela ci presenta “La Sacra Famiglia con l’Adorazione dei Magi ”, opera di certo richiesta da un prestigioso committente Toscano nella seconda metà del XVI secolo.
Questo meraviglioso versatoio in rame dorato presenta un corpo tondeggiante scandito da una decorazione quadripartita definita dallo sbalzo di una doppia costolatura verticale che incornicia dei tableaux decorati con racemi floreali. Lo sfondo di questi riquadri è finemente puntinato dai ferri del cesello, in modo tale da dare un gradevolissimo rilievo, anche grazie alla brunitura, alle parti sbalzate.
L’espressione altera e nobilmente severa del presente busto, dalle sopracciglia lievemente aggrottate e dalla bocca pensosa, consente di inserirlo agevolmente nel novero dei tradizionali ritratti del filosofo Eraclito. 
Un piccolo bassorilievo tondo in stucco avvolto in una cornice in ottone, raffigura Agar con in figlio nel deserto, nel momento raccontato nella Genesi, in cui arriva l’angelo a salvarli. 
Le due opere si presentano come due placchette di legno di pero, intagliato con grande maestria, raffiguranti scene religiose. La prima placchetta raffigura la Pentecoste, episodio narrato negli Atti degli Apostoli (2,1-11) secondo i quali un giorno lo Spirito Santo scese sotto forma di lingue di fuoco sugli Apostoli, tutti riuniti nel medesimo luogo, ognuno dei quali cominciò a parlare una lingua differente. 
Il busto esaminato è firmato sul retro “Durham”, scultore inglese allievo di J. Francis e E. H. Bailly, che attenendosi sempre a un classicismo accademico, eseguì diversi ritratti della regina Vittoria.
La coppia di sculture in esame raffigura Venere e il piccolo Cupido, il dio alato dell'amore. In entrambi i casi, su una base circolare trova posto una colonna, sulla cui sommità siede, tra le nuvole, il dispettoso dio bambino.